Cenni storici
Le origini di Brusino Arsizio sono incerte. I primi insediamenti risalgono molto probabilmente ai tempi dei romani, ipotesi parzialmente confermata dal ritrovamento, nel 1970, di alcuni reperti archeologici in una tomba profanata.
Secondo Stefano Franscini (in: Statistica della Svizzera Italiana), il toponimo di Brusino Arsizio deriva dalla voce celtica Brux-Arx, che significa “Torre dei rovi”. Anticamente il villaggio si chiamava Castello di Brugino o Brusin Castelletto, che come riprodotto dallo stemma comunale, ricorda una torre che brucia. L’antico toponimo rende dunque più credibile l’interpretazione etimologica di Carlo Salvioni, che nelle “Noterelle di toponomastica Lombarda” accosta il nome di Brusino Arsizio con quello di Busto Arsizio, che vede nei termini Arsizio e Brusino la designazione dell’ardere e del bruciare.
L’insediamento umano nelle terre di Brusino è certo in epoca medievale. La prima menzione del villaggio risale infatti al 1167, in un documento ora depositato nell’Archivio di Stato di Milano. La famiglia dei Totone di Campione (VIII secolo) e il monastero milanese di Sant’Ambrogio (XIII secolo) possedevano dei terreni a Brusino, dove esisteva anche una torre collegata con le fortificazioni di Campione da cui il villaggio dipese quale terra vicanale. Con una sentenza del 28 marzo 1508, il vescovo di Como concesse al comune la formazione di una parrocchia non più soggetta a quella di Riva San Vitale. L’autonomia parrocchiale garantì lo sviluppo di una tradizione religiosa indipendente dai comuni limitrofi, questo anche grazie alla costituzione, il 28 marzo 1569 per volere di Papa Pio V, di una Confraternita dedicata al Santissimo Sacramento.
Brusino fu per lunghi anni terra di artisti, fornendo per secoli uomini per la costruzione e la progettazione dei più bei monumenti d’Europa. Tra le mete preferite v’era la Roma del ‘600 con i suoi grandi cantieri e i suoi gioielli architettonici. Tra i più importanti artisti vi furono i de’Ramoni e i de’ Pomis. Alla famiglia de’ Pomis appartenevano i fratelli Giacomo, Gabriele e Cristoforo, che si distinsero per lavori di scultura al Quirinale e alla Cancelleria Apostolica. C’era inoltre Giovanni Antonio, architetto minore di papa Paolo V, che partecipò alla progettazione del palazzo principesco Doria Pamphilj e, sotto la guida di Flaminio Ponzio, della fontana del Gianicolo. Tra i de’ Pomis, il più celebre fu Giovanni Pietro, pittore allievo di Tintoretto, egli fu autore del dipinto sopra l’altar maggiore di Mariahilf a Graz e architetto della facciata della stessa chiesa. A Graz Giovanni Pietro de’ Pomis si distinse anche per la progettazione del Mausoleo dell’imperatore Ferdinando II. Brusino Arsizio diede i natali anche allo stuccatore e scultore Pietro Roncajoli, autore di uno degli ornamenti più belli di putti e delle decorazioni in stucco nel tamburo della cupola nella Basilica di Sant’Antonio a Padova. In epoca più recente, gli artisti brusinesi si distinsero in opere di costruzione civile e decorazione. Tra questi vi fu Celso Poli, ornatista a Torino e autore della statua della Madonna nella chiesa di Chieri; Pasquale Polli, impresario e scultore a Salluzzo; il costruttore di strade Paolo Poma e Ambrogio Poma, che eseguì le sculture in legno che ornano la sala del Consiglio degli Stati a Berna.
Durante i burrascosi periodi napoleonici, con le pretese egemoniche della repubblica Cisalpina sul territorio svizzero a Sud delle alpi e la costituzione, il 23 febbraio 1798, della Repubblica indipendente di Riva San Vitale, un distaccamento di Cisalpini giunse a Brusino da Porto Ceresio con l’intento di farsi trasportare in barca all’altra sponda del lago e proseguire a piedi per Lugano. Il parroco di allora, don Francesco Androletti, cercò di ostacolare l’avanzata dei cisalpini offrendo loro alloggio, cibarie e molto vino. Quando questi furono sazi e ubriachi li fece portare con le barche all’altra sponda. A causa dell’ospitalità del parroco, il distaccamento arrivò in ritardo a Lugano, dopo la vittoria dei volontari luganesi. Il 25 febbraio del 1798 Brusino aderì alla Repubblica di Riva San Vitale, discioltasi solo dopo 21 giorni.
Dalla metà del XIX secolo iniziarono le opere che ammodernarono il comune. Nel 1875 venne costruita la strada che collega a Riva San Vitale e nel 1906 fu completato il tronco stradale che conduce a Porto Ceresio. Nel 1910 il Comune ha l’acqua potabile, mentre nel 1914 l’energia elettrica. Dal dopo guerra, con l’avvento del turismo di massa, l’industria alberghiera conobbe uno sviluppo considerevole, raggiungendo un picco di 33’700 pernottamenti nel 1958.